2021



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Santa Maria dei Servi di Lucca e alcune devozioni della Chiesa lucchese


La "Domina nostra" nelle Chiese dell'Ordine (secolo XIII) di p. Eugenio M. Casalini


Le fotografie

– Medaglia commemorativa di Matteo Civitali dell'Accademia Lucchese di Belle Arti. Opus Pieroni.

– Matteo Civitali, La Madonna Annunziata, chiesa dei Servi di Lucca.

– Niccolò Civitali (1482-1560), Angelo orante, Victoria and Albert Museum, Londra.

– Il chiostro del convento dei Servi di Lucca, foto da Google Street View, autore Carlo Rinaldi, 2017.


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L'ANNUNCIAZIONE di Matteo Civitali (p. Eugenio M. Casalini)


Il 5 giugno 2021 ricorre il decimo anniversario della morte del p. Eugenio M. Casalini, religioso di grande sensibilità, di profonda fede e di vasta cultura. Nato a Siena nel 1923, era entrato nell’Ordine dei Servi di Maria nel 1939 ed era stato consacrato sacerdote nel 1947. In qualità di “filius Provinciae Tusciae” (figlio della Provincia di Toscana), come si diceva allora, aveva vissuto nel convento della SS. Annunziata stabilmente dal 1950.

Le sua grande pietà di religioso e la sua intelligenza di storico cosciente del valore del passato del suo Ordine, si espressero pienamente nell’impegno del confessionale, nel quale era molto apprezzato, nell’insegnamento e nella continuazione dell’opera degli storici predecessori, come il p. Raffaello M. Taucci. Si interessò per questo di ricercare documenti antichi e moderni del convento e dell’Ordine, fondando nel 1971 la “Biblioteca della Provincia Toscana dei Servi di Maria” (Collana Maior e Minor), e dal 1983 dando nuova vita al Periodico del Santuario, “La SS. Annunziata di Firenze”.
Oltre a ciò scrisse per riviste specializzate numerosi articoli di arte e storia e sul culto alla Madre di Dio nell’Ordine e a Firenze. Oggi i suoi lavori sono ricercati dagli studiosi e alcuni purtroppo introvabili.

Chi scrive ne ha conservato delle copie, e in particolare quelle di un piccolo volume che teneva presso di sé con orgoglio. Vi erano raccolti gli argomenti che prediligeva e che aveva pubblicato a puntate tra 1960 e 1962 in “L’Addolorata” sotto il titolo: "La 'Domina nostra' nelle chiese dell’Ordine”.
Ne riprendo ora una piccola parte, per ricordare la sua figura, rimandando ad un futuro prossimo altre sezioni.
Sono le pagine relative al secolo XVI e all’Annunciazione di Matteo Civitali di Lucca.

«Matteo Civitali (1435-1501). L’Annunciazione – Chiesa di S. Maria dei Servi, Lucca.

Non conosciamo la data in cui l’artista scolpì questa delicata Annunciazione di cui nella nostra chiesa oggi è rimasta soltanto la Vergine.
L’angelo della foto dovrebbe rappresentare l’altro elemento del gruppo, e attualmente si trova al Victoria and Albert Museum di Londra, con provenienza appunto dalla nostra chiesa. Diciamo dovrebbe perché così, come le due riproduzioni ricompongono la scena, saremmo portati a dubitare, per diversi motivi, non della provenienza dell’angelo, ma della sua originale appartenenza a questa Annunciazione.
In ogni modo, non potendo risolvere i dubbi dalle foto, né avendo più copia di notizie, lasciamo da parte il problema e passiamo a presentare questa nostra Vergine Annunziata.
Il Civitali non fu discepolo di Iacopo della Quercia (1374-1438) come volle il Vasari, ma appartenne alla scuola fiorentina, e manifesta infatti, come scultore, forti riflessi di Desiderio da Settignano e Antonio Rossellino.
Pur non raggiungendo la loro arte, egli si mantiene su un tono di dignitoso e convinto sentimento cristiano.
Il suo stile è certamente meno intellettualistico dell’ambiente e della sua formazione, e la nostra Madonna ce ne può dare un esempio.
Questa Vergine, ha il potere di creare l’incanto d’un fresco e quotidiano sapore casalingo: provate a metterle tra le mani la rocca e il fuso, e la sua bellezza semplice e composta vi donerà un’immagine familiare di ambiente quattrocentesco.

Anche l’angelo, nonostante che l’artista tenti una bellezza idealizzata, rimane sempre molto terreno.
Più che un angelo che annunzia il mistero della Incarnazione, noi sentiamo di avere davanti la serena figura d’un orante.
D’altronde, non dobbiamo dimenticare che nella scena comunemente chiamata dell’Annunciazione, gli artisti toscani pre-tridentini amavano spesso raffigurare (more florentinorum) la Angelica salutatio, la preghiera dell’Ave, che già dal sec. XII i Concili raccomandavano alla pietà popolare.
È certo infatti che l’Ave Maria si diffuse largamente in Toscana e forse proprio in questo ambiente raggiunse la formulazione completa della sua seconda parte. Anzi, a tale proposito, ci piace ricordare la preghiera che un nostro frate del sec. XIV, scrisse in margine a un codice della biblioteca della SS. Annunziata di Firenze: "Ave dulcissima et immaculata Virgo Maria gratia plena, dominus tecum, benedicta tu in mulieribus et benedictus fructus ventris tui Iesus.
Sancta Maria mater gratie et misericordie, ora pro nobis nunc et in hora mortis. Amen" (cfr. Studi Storici O.S.M., II, 3-4, p. 178)».

p. Eugenio M. Casalini, osm
[raccolto da P.I.M.], 22 maggio 2021.


I SERVI DI MARIA A LUCCA

Un primo convento dei Servi di Maria a Lucca fu fondato dai religiosi fuori della mura.
Nel 1263 venne abbandonato a favore della chiesa cittadina di San Michele, di patronato degli Avvocati, che ne fecero dono all’Ordine.
Nel 1348 i frati iniziarono a costruire una chiesa nuova e più grande, grazie alla munificenza della famiglia Simonetti. Ebbe il titolo di Santa Maria dei Servi e fu consacrata solennemente nel 1408.
Con il tempo acquistò notorietà per la devozione alla Madonna Addolorata che nel 1923 fu incoronata dal Capitolo Vaticano.
Nel secolo XVI, il convento beneficiò di ampliamenti e rinnovi per opera di fra Girolamo da Lucca il quale, dopo aver lasciato l’ufficio di priore generale dell’Ordine, vi si ritirò.
Soppresso dai francesi nel 1808, il convento fu ripristinato nel 1928.
I Servi di Maria vi sono rimasti fino al 1985.